giovedì 9 luglio 2020

Istant Quick



È da un poco di tempo che trascuro codesto blog, è vero! Quasi ti scordi di portare il fedele cane a passeggio, o peggio di passeggiare te.
Oggi mi è venuta voglia di parlare di Istant quick. Cos’è costei?
Nell’accezione più popolare è una Polaroid. Chi non ne ha mai posseduta una?
Catturi un’istante senza alcun controllo di tempo/diaframma/ASA e ti limiti alla luce che c’è nel fare click in quell’istante inquadrato in un quadrato in un ottica galileiana.
Frrruuussh-clack e esce una pellicola bianca che dovrebbe colorarsi e che ancora oggi tutti tendono ad afferrare fra pollice e indice e sventolare anche se a nulla serve. Bastano quei tre minuti di attesa e appare un’immagine. Sbiadita, satura di colore, virata… a gusto della pellicola… forse con ditate di impronte digitali causa distratto manipolatore. Eppure se hai pazienza l’immagine appare.
Schifano ne fece arte imbizzarrita delle Polaroid. Fermoposta ne fece consumo fra sano e scellerato.
In entrambi i casi e molti altri se ne fece quasi arte, ricordi, spesso fotone zozze di cui ci si vergognava a portarle in laboratorio.
Insomma ha la sua storia l’Istant Quick. Da tempo la Polaroid è fallita e chi ha tentato di rilevarne la magia produce pellicole assai più discutibili nonostante i prezzi aumentati a follia grazie alla magica parolina “vintage”. Fuji se ne fa pregio di “Istant” fra mini e altri due formati con discreti risultati e fotocamere stravaganti, ve ne è addirittura una a forma di Minion e una serie dei colori più improbabili.
Ho testato questa “fotocamerona” della Fuji in una camera adatta a foto zozze. Divertente! Purtroppo, di questi tempi vanno rifotografate in reprocamera (funziona anche uno smartphone) e messe sul web che anche Fermoposta è un lontano ricordo.